Una squadra bella

Ieri sera ho visto la partita Milan-Manchester. In estate si era parlato molto di calcio malato, di scudetto degli onesti, secondo il moralismo dilagante che si compiace di sottolineare il male, richiamando ad una astratta idea del bene che puzza di predicozzo lontano un miglio.

Ieri sera si è visto che ciò che vince il male e riconcilia con il calcio (e la vita) non è il moralismo, ma la bellezza. Merita chiedersi come sia stato possibile che una squadra fino a qualche mese fa descritta come bollita abbia potuto inanellare una serie di prestazioni memorabili. Certo, non mancano ragioni più squisitamente tecniche, ma ieri sera nella gioiosa commozione di Ancelotti e in tante inquadrature si è percepito che la ragione del successo è un modo di essere squadra che ha pochi paragoni. Certo, oggi il Milan è una bella squadra, ma soprattutto è una squadra bella, che sa aspettare e sostenere chi è in difficoltà (ad esempio Dida), che sa perseguire obiettivi a prima vista impossibili attraverso la solidità dei rapporti tra i giocatori e un’intensa passione. Questa bellezza affascina. Nei commenti del dopopartita era unanime – in un mondo dove domina la tifoseria – lo stupore per ciò che si era visto in campo. Da tifoso milanista mi auguro ovviamente la vittoria ad Atene, ma lo spettacolo offerto è già una vittoria. In tempi in cui a tanti livelli prevale la divisione, una squadra di calcio ci documenta che l’unità, la passione, la tenacia, il sacrificio sono la strada da percorrere anche quando l’esito non sembra conseguibile. E quando questo accade, rinasce l’entusiamo. Perchè ciò di cui abbiamo bisogno per vivere è vedere uomini intensi in ciò che fanno. Di questo occorre essere grati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *