Sophie Scholl

Martedì prossimo si inaugura a Melegnano la mostra “La Rosa Bianca. Volti di un’amicizia” per iniziativa dell”Assessorato alla Pubblica Istruzione che, in occasione della Giornata della memoria, ha voluto offrire alla città, e soprattutto ai giovani, una testimonianza di amore alla verità che è insieme, come ha scritto Marco Roncalli sul Giornale di Brescia, “un inno alla vita”.

Nei giorni scorsi è stato trasmesso alla televisione il film di  Oliver Hirschbiegel, La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler. Il film si conclude con una intervista a Traudl Junge che nel 1942, a 22 anni,  divenne la giovanissima segretaria di Adolf Hitler, mentre la coetanea Sophie Scholl assieme al fratello e ad altri amici sceglieva di seguire la strada della verità fino ad accettare il sacrificio della vita come prezzo della libertà. Propria e del proprio popolo.

A guerra finita la sua morte costituisce una vivente testimonianza che interpella la coscienza di Traudl Junge. Nell’intervista afferma di essere stata all’oscuro degli orrori del nazismo. Quando, dopo il processo di Norimberga, venne a sapere cosa era veramente successo, tirò un sospiro di sollievo nello scoprire che il suo lavoro di segretaria non aveva a che fare con tanti orrori. Ma, passando davanti alla targa affissa in ricordo di Sophie Scholl, scoprì che avevano la stessa età e che nello stesso tempo in cui Sophie veniva uccisa lei cominciava a lavorare per Hitler. “Il fatto che fossimo giovani non ci giustifica dal non aver saputo“.

Iniziative come questa della Città di Melegnano hanno il valore di un richiamo – attraverso la testimonianza – alla responsabilità che ciascuno ha di coltivare tutto ciò che è buono, vero, bello. Per non diventare servi del potere (del male). Grave è la responsabilità degli adulti, e in particolare degli educatori. Al prossimo blog.

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