Nel suo carisma la nostra origine

Ieri ho partecipato a Roma all’udienza che Benedetto XVI ha concesso alla Fraternità di Comunione e Liberazione in occasione del XXV anniversario del riconoscimento da parte di Giovanni Paolo II.

In simili circostanze è inevitabile chiedersi: “Cosa sarebbe stata la mia vita senza l’incontro con don Giussani?”.

Sono tra i tanti che non lo hanno conosciuto se non attraverso i suoi testi e occasioni pubbliche (incontri, conferenze, esercizi…), eppure sono stato segnato da lui fin dalla prima volta in cui lo sentii parlare a Pesaro, nel 1970. A tema il desiderio di felicità che c’è in ogni uomo: in quelle parole avvertii una promessa per la mia vita e per quella di tutti.

Itaca è frutto di quell’incontro, del desiderio di comunicare a tutti ciò che a me era stato dato, di renderi partecipi di quella promessa. Don Giussani è all’origine di Itaca non perchè ne abbia voluto il sorgere, ma per ciò che ha suscitato in me. Davvero don Giussani non ha voluto fondare niente; semplicemente – e il libro di Farina offre ulteriori spunti per capirlo ancora una volta – ha vissuto lealmente e intensamente l’impegno con la propria umanità, proponendo instancabilemnte ad altri ciò che era vero per sè. In questo modo ha suscitato infinite vocazioni. Perchè la vocazione, cioè il compito a cui Dio chiama ciascuno, emerge nel dialogo tra la libertà di Dio e quella dell’uomo seriamente impegnato con la propria umanità: esigenze, domande, capacità, intuizioni, circostanze, incontri. Nella paziente fedeltà a ciò che è dato, emerge il compito assegnato. Obbedire è libertà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *