Dopo la Fiera del libro

Sono appena rientrato dalla Fiera di Torino. Era la prima volta che Itaca era presente con uno proprio stand e che io partecipavo all’intera manifestazione.

E’ stata un’esperienza interessante, che mi ha fatto comprendere meglio dove sta andando il mercato del libro, sempre più appannaggio di grandi gruppi editoriali i quali, per assicurare alla loro produzione la massima quota di mercato, tendono a controllare tutti i canali distributivi, dalla GDO alle librerie, da internet alle edicole. Certo, escono 40.000 novità all’anno, ma il 12% dei prodotti fa l’80% del fatturato, cioè i libri che emergono sono pochi, e non necessariamente quelli di maggiore qualità. In tempi di battaglia culturale e antropologica l’editoria fa la sua parte con molte produzioni di chiara impronta ideologica oppure di carattere evasivo: meglio sognare che pensare.

Questa contesto chiama ad una responsabilità ancora più grande. Sono tornato a casa lieto di avere partecipato e con la convinzione che occorra lavorare ancora più intensamente e più intelligentemente per fare conoscere libri che possano sostenere nel quotidiano impegno per vivere da uomini. Non si tratta di recriminare su come va il mondo (anche perchè non serve e rende tristi) quanto di avere l’ingenua baldanza necessaria per una costruzione. Ho pensato anche che questa responsabilità non può essere portata da soli. Il network delle librerie è un primo tentativo che deve crescere, ma ad altro ancora occorre mettere mano. Il Meeting potrà essere l’occasione per parlarne.

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