Nei giorni 17-19 mi sono recato a Taranto per la presentazione della mostra “Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova”.
Nei giorni 17-19 mi sono recato a Taranto per la presentazione della mostra “Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova”, allestita nel Salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale.
Appena arrivato si è svolta la conferenza stampa, dove ho parlato del dialogo tra Paolo e il mondo culturale romano e ho accennato alla convinzione di Marta Sordi, che ritiene autentico il carteggio tra Paolo e Seneca.
Poi una giornalista mi ha chiesto un approfondimento sulla cultura di Paolo e io ho invitato il vicario episcopale a intervenire. In maniera efficace, ha delineato la formazione culturale di Paolo e la sua genialità. L’ho ascoltato con attenzione; le sue parole mi hanno fatto riflettere sul fatto che Paolo nella sua opera ha messo in campo tutta la sua “strumentazione”; tutto di lui – temperamento, talenti e formazione culturale – è stato messo al servizio dell’annuncio cristiano.
Ripresa la parola, ho osservato che se Paolo entra in dialogo con la cultura romana non è in forza della sua competenza culturale, ma per la sua fede, cioè per quel che gli è accaduto sulla via di Damasco.
Riprende la parola il vicario episcopale: “Sì, è così. Paolo non ha presentato idee nuove, ma un fatto, un avvenimento”.