Fatti di Matching 3. L’assemblea

“Cosa mi conviene?”. E’ questo il titolo dell’assemblea che, a matching quasi concluso, ha il compito di focalizzare l’esperienza di questi giorni. Essenziali, veloci, chiari gli interventi: gli imprenditori hanno poco tempo da perdere, vanno subito al dunque.

Tutti – molti sono al Matching per la prima volta – notano la diversità rispetto ad altre fiere: l’ascolto l’un dell’altro, la fiducia reciproca, il calore umano, l’ordine, l’organizzazione, un posto dove ciascuno è “costretto” a tirare fuori il meglio di sè. E poi la voglia di tornare a casa per trasmettere ad altri l’esperienza di questi giorni, per riprender a lavorare con nuovo gusto, nuova intensità, nuova lena.

E’ evidente che c’è “qualcosa che viene prima” senza il quale non si spiegherebbe nulla di quello che accade. Così il Matching costituisce una verifica impressionante del fatto che ciò che rinnova la società non è un progetto, ma la novità umana introdotta nel mondo da Cristo, vissuta nella propria vita e nel proprio lavoro.

Dal “nulla anteporre all’amore di Cristo” del monachesimo benedettino è nata la civiltà occidentale. Ciò che si è visto in questi giorni, che ha la sua origine nel carisma di don Giussani, ha lo stesso fondamento. E se la crisi di oggi è evidentemente crisi antropologica, da essa si potrà uscire solo con una nuova semina.

Tornano in mente le parole di Eliot: “Tutti son pronti a investire denaro, / ma i più si aspettano i dividendi. / Io (E’ la Rocca, cioè la Chiesa, che parla, nda) vi dico: Rendete perfetta la vostra volontà. / Vi dico: non pensate al raccolto / ma solo alla semina giusta”.

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