Novella racconta la sua storia

“Dalla Tenda alla Casa. La mia vita rinata in un incontro” è il titolo del libro che presenterò, con Adele Tellarini, al Meeting di Rimini, martedì 25 agosto alle ore 19 (Caffè Letterario D5).

Nell’estate del 1992 Novella mi dettò la sua storia, un desiderio che coltivava e condivideva con me da tempo.
Per molti giorni, prima in Val Zoldana, dove eravamo in vacanza, poi trovandoci al mattino presto, fissò le tappe salienti di un cammino che dalla tenda, luogo dell’incontro in un campeggio, l’aveva portata alla casa. Un’intuizione che, come molti sanno, ebbe il 22 maggio 1978, festa di Santa Rita, ma che, in un certo senso, era già contenuta nella modalità con cui era avvenuto l’incontro: “quella tenda diventava per me una casa; nello stare insieme feci l’esperienza dell’essere abbracciata da un luogo, di essere-con”.
Il capitolo finale rimase allo stato di appunti, e come tale l’ho riproposto, ma è ben vivo in me il ricordo di quella mattina in cui, cercando di condensare il senso della sua vita, Novella mi raccontò dell’educazione ricevuta nel suo ambiente familiare e parrocchiale, che le aveva dato una ricca testimonianza di fede. Ma una volta uscita da quell’ambiente si era smarrita, attratta da cose che sembravano promettere la felicità, lasciando, invece, un vuoto profondo. “L’appartenenza”, mi disse, “ci ha liberato da false attese”. Per questo era così tenacemente attaccata alla comunità, perchè attraverso un segno povero, ma reale, la sua domanda aveva trovato una risposta e la sua vita era rinata.
Di qui il suo desiderio di ricostruire il popolo senza il quale l’io si smarrisce: a questo doveva servire la casa, “il tentativo di porre un segno, una luce, una porta aperta al bisogno di felicità di ogni uomo”.
Il libro appare solo oggi, a tredici anni dalla morte di Novella, per una ragione semplice: l’avevo perso. O meglio: credevo di averlo perso. Infatti il lavoro, quasi ultimato, era stato posto in un cassetto. Tre anni dopo, mentre eravamo in vacanza – stavamo percorrendo a piedi i serrai di Sottoguda – chiesi a Novella: “Allora, quando pubblichiamo il libro?” “Lo pubblicherai tu quando sarò morta.” “Non scherzare!” risposi.
Dopo la sua morte altre erano le priorità. Passarono diversi anni; quando i tempi mi sembrarono maturi per la pubblicazione cercai il manoscritto senza trovarlo. Più volte frugai invano negli scatoloni dove ritenevo dovesse essere: temetti di averlo smarrito. “Se Novella vorrà, salterà fuori al momento opportuno” pensai dopo l’ennesima, inutile ricerca.
Il 28 dicembre scorso, la domenica in cui la Chiesa celebra la festa della famiglia, era caduta abbondante la neve. Decisi di fare una camminata e mi recai al cimitero a pregare sulla sua tomba. Tornato a casa, mentre cercavo un libro in uno scaffale dove sono collocati volumi di rara consultazione, con sorpresa mi trovai davanti agli occhi la busta con il manoscritto. Fu per me il segno che era tempo di offrire a tutti la testimonianza di una vita trasformata e compiuta dall’incontro con Cristo, cercato e amato dentro gli incontri e le circostanze di ogni giorno.

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